Il body building come seduttore

Gli annunci pubblicitari di Charles Atlas* tre generazioni fa
continuano a racchiudere l’attrazione psicologica e mitica del
body building. Ricordate come un bullo fa il prepotente con un
individuo gracile che poi acquista il segreto di Atlas, sviluppa
il suo fisico nella sua stanza da letto e due settimane più tardi
si vendica sul bullo. L’attrazione dell’antico annuncio
pubblicitario risiede nella promessa di cambiamento, nella
trasformazione del Sé da insignificante e vulnerabile ad eroico e
imponente, con la psiche che segue la forma. Il miraggio danzante
di una vita migliore elaborata nella privacy della propria stanza
da letto è difficile da abbattere. E oggi, che sempre più
incontriamo bulli istituzionali e situazionali, i nostri sensi di
impotenza aumentano. Le nostre esistenze scorrono più gravate e
incontrollabili, rendendo il richiamo di questa promessa, di
questa trasformazione, seducente. Non più confinato ai fumetti,
il body building e l’allenamento con i pesi in generale si sono
prontamente mescolati nella cultura fisica e nel pantheon delle
terapie fai da te. Il body building è un mezzo accettabile di
fare qualcosa per se stessi. Il lavoro senza possibilità di
carriera, relazioni inesaudite o ansia generalizzata possono
continuare ma vi potete sentire meglio con voi stessi
controllando l’ultimo baluardo del vostro impero in disfacimento:
il vostro corpo. Il cambiamento viene ad essere sinonimo
dell’alterazione fisica.

 


Per coloro che dapprima si avventurarono nelle palestre e nei
centri benessere, l’intimidazione momentanea dei pesi e delle
macchine passò allorché impararono la semplicità ritualizzata
dello svolgere una tabella: per ogni settore corporeo (per
esempio braccia, torace, gambe) ci sono degli esercizi. Ne
scegliete uno (una serie che consiste di un numero di
ripetizioni, di solito dalle otto alle dodici). Si fanno esercizi
per ogni settore corporeo un certo numero di volte la settimana.
La seduzione spesso misconosciuta dell’allenamento con i pesi sta
proprio nella spensieratezza della tabella, che è vincolante
quanto la trasformazione fisica.
L’attrazione è anche più schietta. Una quantità fissata di
sforzi mirati produrranno, in breve tempo, il cambiamento fisico.
La bravura è una questione di sforzo ripetuto e di volontà. Non
solamente si può sperimentare il cambiamento nel breve corso ma
persino in un singolo allenamento. È quello che i body builder
chiamano il “pompaggio”, in cui il muscolo è talmente esaurito
che si congestiona di sangue, provocando una sensazione di
durezza è estremamente desiderabile. Psicologicamente e
fisicamente uno si sente “allenato” e più grosso (un esempio di
pronto ricavo che attrasse tanto i tradizionali “belly blasters”
[gli operai fissati con il body building, letteralmente i
“distruggi pancia”, N.d.T.] quanto gli odierni “suits” (gli
impiegati yuppies) degli anni Ottanta. Quanti settori della vita
vantano uno scambio talmente favorevole? Comparendo sull’ingresso
della palestra esausti e affaticati dopo una giornata di lavoro,
non del tutto svegli oppure depressi, inizialmente seguite la

tabella senza pensarci. Entro pochi minuti, ad ogni modo, il
vostro corpo inizia a reagire (la circolazione aumenta) e presto
la fatica o l’umore sale mentre vi affaticate con
quell’esercizio. La tabella è il segreto e se viene seguita con
una certa regolarità e una certa disciplina, funziona: una
sensazione di dominio momentanea, forse dura solo il tempo
dell’allenamento o per una parte della giornata, ma sufficiente
per aiutarci a farcela. Ad ogni modo, per il o la body builder
dell’Olympic c’è un intero Voultangshung, una comunità che nutre
la sua ossessione.
La relazione tra mente e corpo è il punto in cui convergono il
mondo esagerato del body builder e le più modeste aspirazioni
nell’allenamento del tecnico odontoiatra o dell’avvocato. Forse a
causa delle sensazioni di impotenza che sono così dilaganti nella
società odierna, afferreremmo ogni falso rimedio piuttosto che
venire alle prese con le situazioni reali. Ma per la sottocultura
del body building questo ha voluto dire tregua culturale.
Quasi troppo spesso, comunque, il body building e
l’allenamento con i pesi non ci permettono di raggiungere, il
grado desiderato di trasformazione. Narciso si innamorò
pazzamente della sua immagine riflessa. Anche al body builder
piacerebbe farlo, ma non può. Dentro quel corpo c’è una mente che
ospita un passato in cui c’è qualche adolescente pelle e ossa o
un bambino balbuziente che dice sempre: “Ti conoscevo quando ...”
La metamorfosi è condannata a rimanere incompleta. L’individuo
ottiene un nuovo corpo, forse una nuova immagine di Sé, ma è
talmente scarsa nella sostanza che solo una rassicurazione
costante da parte di uno specchio amichevole può calmare il
timore di non essere cambiato affatto (vedi i capitoli 5, 8 e 9).
Impiegato in connessione con un compagno d’allenamento (vedi
il capitolo 3) lo specchio diventa il terzo elemento di ogni
sessione d’allenamento. La maggior parte delle conversazioni che
sono state monitorate in palestra tendevano ad avere luogo per
mezzo dello specchio. Non importava che le persone che stavano
conversando fossero a meno di un metro l’uno dall’altro. Dal
momento che la persona che esegue una serie sta trasponendo una
parte di se stessa nello specchio, è solo ragionevole dedurre che
il compagno esorterà la persona nello specchio. Come vedremo,
questa specie di separazione del Sé per mezzo dello specchio non
è circoscritta agli esercizi dell’allenamento. La si può
riscontrare nella divisione del corpo in parti distinte con certi
attributi associati a ciascuna, come anche nella suddivisione in
comparti psicologici che si presenta ovunque nel mondo del body
builder. Gli specchi, nonostante ciò che
pensa erroneamente il pubblico, non danno al body builder la
maggior parte della gratificazione. L’attestazione più completa
del valore e del lavoro di un body builder è ricavata da coloro
che gareggiano: ossia, sono gli aspetti sportivi del body
building piuttosto che gli elementi della sottocultura ad
interessare maggiormente ai membri delle palestre d’élite.

*Charles Atlas

Charles Atlas, pseudonimo di Angelo Siciliano (Acri, 30 ottobre 1892 – Long Beach, 24 dicembre 1972),
è stato un culturista italiano naturalizzato statunitense,
figura rappresentativa del bodybuilding ed autore di un popolare corso di culturismo diffuso in tutto il mondo che attrasse molti adepti.

Tratto dal libro

PICCOLI GRANDI UOMINI
La sottocultura del body building e l’identificazione sessuale.

del Dott. Alan M. Klein
STATE UNIVERSITY OF NEW YORK PRESS